Quali sono le cause di ansia e depressione?

Depressione Ansia

Designed by Freepik

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un interessante TedTalk di Johann Hari su depressione ed ansia, due temi molto importanti soprattutto in questo periodo.
Hari ci propone di cambiare la visione che abbiamo di depressione ed ansia, e pur non è un medico, uno psichiatra, uno psicologo, ma un giornalista, ha tutto il diritto di poter parlare di ansia e di depressione per un semplice motivo, ha sofferto per decine di anni di questi disturbi, e questo è stato il motivo che lo ha spinto a studiare quelle che sono le cause del suo malessere scrivendo un libro dal titolo “La fine del buio. Ritrovare i legami con gli altri e con il mondo: un’ipotesi rivoluzionaria per uscire dalla depressione”

Hari ha curato per 13 anni la sua depressione utilizzando psicofarmaci, ma senza mai ricevere un vero e proprio beneficio. Inizialmente sentiva un miglioramento della sua condizione per poi vivere delle ricadute che lo portavano ad aumentare la dose del farmaco, fino a raggiungere il dosaggio massimo e non ottenere i benefici sperati.
Ed ecco che si chiede “Perché? Cosa mi succede?”

Farmaci Depressione disagio mentale

Designed by Freepik

Depressione e farmaci

L’uso dei farmaci gli venne consigliato dal suo medico che spiegò il suo malessere in questi termini “Sappiamo perché le persone si riducono in così. Alcuni hanno per natura uno squilibrio chimico nel cervello — tu sei chiaramente uno di loro. Dobbiamo solo darti dei farmaci, riporteranno l’equilibrio chimico alla normalità.”

E per buona parte del mondo medico questa è la causa della depressione, un danno biologico da riparare.
Mi piacerebbe che causa e cura della depressione, fossero di così semplice lettura e intervento, ma le cose sono ben più complesse. E’ necessario un cambio di prospettiva e una azione di contrasto a queste semplificazioni, poiché hanno importanti e gravi ricadute sulla vita e sulla cura delle persone.

Quali sono le cause di depressione e ansia?

Come sottolinea Hari, nella sua ricerca ha potuto individuare, grazie al confronto con professionisti della salute mentale oltre che di persone che giornalmente combattono ed hanno combattuto con problematiche psicologiche, 9 cause per la depressione.
Di queste 9 cause 2 sono di natura biologica, e sono
una predisposizione genetica che in determinate condizioni può quindi portare alla depressione
la presenza di cambiamenti cerebrali e di squilibri ormonali in soggetti depressi
Ma nella sua ricerca esistono altre 7 cause che possono spiegare, causare, sostenere la depressione, e secondo Hari sono

  • La disconnessione dal lavoro gratificante
  • La disconnessione dagli altri
  • La disconnessione dai valori importanti
  • La disconnessione dai traumi infantili
  • La disconnessione dallo status e dal rispetto
  • La disconnessione dal mondo naturale
  • La disconnessione da un futuro promettente o sereno

Individuare cosa può provocano un disagio mentale è fondamentale per poter poi intervenire in maniera corretta. Per utilizzare le parole di Hari:

“… la maggior parte dei fattori di cui è dimostrato che causano depressione e ansia non fanno parte della nostra biologia. Sono fattori dovuti al modo in cui viviamo. E una volta capiti, aprono la strada a diverse tipologie di soluzioni che si dovrebbero proporre alle persone accanto alla possibilità di prendere farmaci antidepressivi”

Non si vuole negare il ruolo della farmacologia nel sostegno ai problemi di natura psicologica, ma non è possibile che un farmaco possa essere l’unica possibilità di intervento.
Nessuno psicofarmaco ha mai “curato” le problematiche mentali, ma possono essere un utile sostegno all’interno di un percorso ben più ampio di presa in carico.

Non credo che le 7 cause individuate dal giornalista nel suo lavoro siano le uniche che possano provocare e sostenere i problemi depressivi, ma è indubbio che la solitudine, la lontananza dell’uomo dalla natura e dai suoi ritmi, la mancanza di prospettive per il futuro, l’aver vissuto dei traumi, la vita in un mondo capitalista e neoliberista che propone ed impone valori e necessità lontani dai veri bisogni psicologici che promuovono il benessere, siano alcune tra le tante cause che portano a vivere un profondo stato di malessere.


La depressione, ha una componente biologica, ma ha anche cause ambientali, cause sociali e cause legate agli attuali stili di vita.
Porre la lente di ingrandimento solo su alcuni di questi fattori non permette di poter sostenere correttamente le persone.

Chiudo questo articolo proprio con le parole di Johann Hari dal suo intervento TedTalk
“…dobbiamo cambiare la nostra idea di cosa siano davvero depressione e ansia. Ci sono fattori biologici reali che contribuiscono alla depressione e all’ansia. Ma se permettiamo che sia solo la biologia a rappresentare l’intero quadro, come ho fatto per lungo tempo, come anche la nostra cultura ha fatto per la maggior parte della mia vita, ciò che diciamo implicitamente alla gente, anche se non è intenzione di nessuno, è: “La tua sofferenza non significa nulla, è solo una disfunzione. È come un’anomalia in un programma del computer, è solo un problema di circuiti nel tuo cervello.”
Ma io ho potuto cominciare a cambiare la mia vita solo quando ho realizzato che la depressione non è una disfunzione. È un segnale. La vostra depressione è un segnale. Vi sta dicendo qualcosa.
Ci sentiamo in quel modo per varie ragioni, e può essere difficile da vedere nel dolore della depressione, lo so molto per bene per esperienza personale. Ma con il giusto aiuto, possiamo capire questi problemi e possiamo risolverli insieme.
Ma per farlo, il primo passo è smettere di insultare quei segnali dicendo che sono segno di debolezza, di pazzia o puramente biologici, tranne che per pochissime persone. Dobbiamo iniziare ad ascoltare questi segnali, perché ci dicono qualcosa che abbiamo veramente bisogno di sentire.
È solo quando daremo davvero ascolto a questi segnali, e li terremo in considerazione e li rispetteremo, che cominceremo a vedere le soluzioni più profonde che ci guariranno e renderanno liberi…”